Quando parlo con i miei studenti durante i miei corsi di post-produzione , due tra i dubbi più frequenti che mi espongono sono “Che differenza c’è tra saturazione e vividezza?” e “Che differenza c’è tra chiarezza e texture?“. In questo articolo voglio aiutarti a capire la differenza tra Chiarezza e Texture in Lightroom e quando conviene usare una piuttosto che l’altra.
Texture
Si tratta di uno strumento per migliorare i dettagli fini e migliorare la percezione di nitidezza di una immagine, riducendo la presenza di aloni ed altri inconvenienti. La correzione più essere applicata sia in positivo, andando a migliorare il dettaglio e aumentando la sensazione di nitidezza, sia in negativo, rendendo meno intrusivi i dettagli fini che possono essere distrazioni nell’immagine.
Un utilizzo molto utile è relativo allo smoothing della pelle: fermo restando che i risultati migliori possono ottenersi solamente utilizzando tecniche avanzate in Photoshop come la separazione delle frequenze, in Lightroom è possibile ottenere risultati accettabili in maniera molto veloce utilizzando una regolazione locale ed impostando il valore di Texture su valori negativi. Questo è particolarmente utile nel caso si abbiano numerose immagini da lavorare come, ad esempio, in un servizio fotografico di matrimonio. Lo slider della texture agisce andando a modificare il contrasto dei dettagli ad alta frequenza dell’immagine, ossia dei dettagli di piccole dimensioni. A differenza, però, sia della chiarezza che della nitidezza, però, non agisce sui bordi degli oggetti più grandi e non causa brutti aloni. Inoltre, a differenza della chiarezza, non altera in maniera irreparabile i colori.
Ti lascio alcuni suggerimenti generici per utilizzare al meglio lo slider della Texture senza andare ad impattare negativamente l’immagine:
- In generale, come per qualsiasi forma di aumento della nitidezza in fase di sviluppo, è bene applicare la texture sul file originale prima di ingrandire o ridurre la dimensione dell’immagine. Se hai bisogno di dimensioni diverse per una immagine, ti suggerisco di lavorare con delle copie virtuali.
- Piuttosto che applicare la texture globalmente, preferisci le regolazioni locali per mantenere il piano controllo su quali parti dell’immagine saranno modificate e quali no e ricorda sempre di verificare ingrandendo al 100% se l’effetto è troppo marcato perdendo troppi dettagli.
- Agire sullo slider texture può anche causare l’insorgenza di rumore di luminanza. Dopo aver usare la texture, valuta se è necessario aggiungere un po’ di riduzione del rumore localmente o globalmente per compensare.
- Lo slider texture aumenta anche marginalmente la saturazione, sebbene in maniera molto più gestibile. Compensa, quindi, riducendo leggermente la saturazione localmente o globalmente a seconda del caso
Chiarezza
Se è un po’ di tempo che usi Lightroom ti sarà certamente capitato di vedere delle immagini con un uso eccessivo della chiarezza. E’ un errore molto comune di cui sono stato colpevole anche io nei primi tempi in cui facevo post-produzione delle mie immagini.
Questo perché rimane uno degli strumenti di Lightroom meno conosciuto e meno compreso a fondo.
Lo slider Chiarezza va ad agire sul contrasto dei mezzi toni ed inflenza dettagli più grandi rispetto a quelli interessati dallo slider Texture. Questo fa sì che entrambi gli strumenti non siano mutuamente esclusivi ma possano coesistere per raggiungere il risultato migliore.
Tra i problemi pricipali legati all’uso della Chiarezza c’è il fatto che le ombre tendono sempre più ai neri e che i colori vengono alterati in maniera molto accentuata, al punto che se si esagera troppo con la chiarezza tendono a diventare troppo slavati. Ma l’effetto sicuramente più vistoso è l’aumento della nitidezza al bordo di elementi mediamente grandi nel’immagine. Questo è ottenuto andando a scurire i pixel da un lato del bordo ed a schiarire i pixel nel’altro lato del bordo, di fatto aumentando il contrasto dei bordi e portando ai tipici aloni che così frequentemente si vedono. Inoltre, la chiarezza può portare ad un notevole aumento del rumore anche sulle zone più uniformi e prive di dettaglio di una foto.
Ma quindi, con tutti questi problemi, ha senso utilizzare la chiarezza per agire sul contrasto? Personalmente, da quando Adobe ha introdotto lo slider Texture tendo ad utilizzare sempre meno la Chiarezza, limitandone l’uso a poche regolazioni locali in aree specifiche di una immagine.
Come per la Texture, ti lascio alcuni suggerimenti generici per utilizzare al meglio lo slider Chairezzasenza andare ad impattare troppo negativamente l’immagine:
- dopo aver applicato la chiarezza prova a schiarire globalmente o localmente le ombre leggermente per compensare il viraggio delle ombre verso i neri introdotto dalla chiarezza
- preferisci l’uso tramite regolazioni locali per poter meglio controllare quali parti dell’immagine sono influenzate dalla chiarezza
- dopo aver applicato la chiarezza prova ad aumentare leggermente la riduzione del rumore globalmente o localmente per compensare l’aumento di rumore introdotto dalla chiarezza
- dopo aver applicato la chiarezza, ingrandisci sempre l’immagine al 100% e osserva i dettagli in corrispondenza di bordi molto marcati, dove potresti trovare degli aloni indesiderati. Fai attenzione ai dettagli in tutte le aree dell’immagine, poiché la chiarezza potrebbe influenza diversamente diverse parti dell’immagine.
Differenza tra chiarezza e texture
In conclusione, texture e chiarezza sono lati diversi di una stessa medaglia e vanno utilizzate con contezza in base alla tipologia di immagine su cui si sta lavorando. Come detto prima, io tendo a privilegiare la texture per il suo effetto più delicato e più facilmente gestibile, limitando al massimo l’uso della chiarezza.
Ma come si incastra tutto questo con il flusso di lavoro per la regolazione della nitidezza?
Il ripristino della nitidezza a seguito della demosaicizzazione del RAW è la prima attività da svolgere in questo contesto: dopo che avrai regolato la nitidezza in Lightroom o Camera RAW passa all’applicazione della texture e/o della chiarezza, lasciando poi l’ultimo passaggio di modifica della nitidezza per il tuo output (schermo oppure stampa) alla fase di esportazione. In questa maniera, potrai ottimizzare il risultato e, soprattutto, mantenere il piano controllo sul processo di sviluppo delle tue immagini.
Se non sai bene come procedere con la post-produzione delle tue immagini scarica il LIGHTROOM CLASSIC STARTER-KIT, dove troverai tre comodissime checklist che ti accompagnerano dalla fase di importazione delle immagini fino all’esportazione finale delle tue immagini.
E se vuoi padroneggiare Lightroom per la post-produzione delle tue immagini, ti invito a scoprire i percorsi di mentoring individuale, in cui potrai carpire tutti i miei segrete per una post-produzione efficace e di impatto in fotografia.
Un abbraccio e ricorda sempre di… Rimanere inFocus!
Daniele
molto utile e chiaro, grazie!
Ciao Cecilia, grazie del tuo feedback!