info@studioinfocus.it        (+39) 347 933 49 13

  info@studioinfocus.it        (+39) 347 933 49 13

Guida al triangolo dell’esposizione

Scritto da Daniele

|   

15 Febbraio 2021

Tempo di lettura: 9 min

Iscriviti alla newsletter per non perderti nessuno dei contenuti che pubblicheremo in futuro!

Nel tuo percorso alla scoperta della fotografia, ti sarai sicuramente imbattuto nel concetto di “triangolo dell’esposizione“. Si tratta di un concetto chiave in fotografia e comprenderlo bene e diventarne padrone ti consentirà di gettare delle basi solide su cui continuare a crescere come fotografo.

Prima di iniziare, ci tengo a dirti che riuscire a padroneggiare il triangolo dell’esposizione può richiedere un po’ di impegno e di costanza, necessari per imparare a sentire una esposizione ed a sentire gli elementi che compongono il triangolo dell’esposizione. Con la pratica imparerai a non pensare alla relazione tra gli elementi che contribuiscono ad una esposizione perfetta, ma riuscirai a concentrarti sugli aspetti creativi della tua fotografia senza pensare a come controllare l’esposizione.

Bene, iniziamo e vediamo insieme di che si tratta!

Cosa è una esposizione?

In maniera del tutto analoga ai nostri occhi, una macchina fotografica deve essere in grado di “vedere” e registrare ciò che ha davanti. Così come la luce attraversa la pupilla e colpisce la retina per creare una immagine, la luce nella macchina fotografica deve attraversare l’obiettivo e colpire il sensore per poter registrare una immagine. Se la luce che colpisce il sensore è troppa, l’immagine sarà sovraesposta, ossia troppo chiara, mentre se la luce che colpisce il sensore è troppo poca, l’immagine sarà sottoesposta e, quindi, troppo scura.

Controllare l’esposizione, quindi, significa controllare quanta luce raggiunge il sensore (o, in altre parole, quanto a lungo il sensore è esposto alla luce) così da non avere immagini troppo chiare o troppo scure.

La nostra macchina fotografica o il nostro cellulare sono in grado di fare questa valutazione in modalità automatica, ma è solo andando a controllare manualmente l’esposizione che potremo avere il pieno controllo della luce ed ottenere l’immagine che abbiamo in mente.

I 3 elementi che influenzano una esposizione

Il primo step per controllare l’esposizione è capire quali sono i parametri su cui possiamo agire per modificare il quantitativo di luce che colpisce il sensore. In nessun ordine di priorità, i parametri di controllo dell’esposizione sono tempo di scatto, apertura del diaframma e sensibilità ISO del sensore. Ciascuno di questi parametri controlla quanta luce raggiunge il sensore e tutti e 3 vanno a costituire il triangolo dell’esposizione.

Vediamoli nel dettaglio.

Tempo di scatto

Indica il tempo in cui l’otturatore della macchina fotografica si apre e si chiude ed è espresso in secondi. Se il tempo di scatto è rapido (ad esempio 1/1000 di secondo) l’otturatore rimarrà aperto per poco tempo e poca luce riuscirà a raggiungere il sensore. Se, invece, il tempo di scatto è lungo (ad esempio 1/2 secondo) l’otturatore rimarrà aperto per un tempo maggiore e più luce riuscirà a raggiungere il sensore.

Apertura del diaframma

Il diaframma è un meccanismo all’interno di un obiettivo che con la sua apertura e chiusura regola la quantità di luce che attraversa l’obiettivo e raggiunge il sensore. L’apertura del diaframma viene tendenzialmente misurata in numeri f: questi non rappresentano fisicamente l’apertura del diaframma ma il rapporto tra la lunghezza focale dell’obiettivo e l’apertura. La scala di valori con cui si misura l’apertura del diaframma è detta f-stop ed assume alcuni valori tipici: f/1.4, f/2, f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11, f/16, f/22, f/32 etc.

Tra uno stop e l’altro il quantitativo di luce raddoppia o dimezza a seconda del verso in cui ci si muove lungo la scala degli f-stop. Ad esempio, un valore di apertura f/2.8 trasmetterà un quantitativo di luce doppio (apertura del diaframma maggiore) rispetto ad un valore f/4 (apertura del diaframma minore) ed uno pari alla metà rispetto ad un valore f/2. In sostanza, quindi, l’apertura del diaframma è tanto più grande quanto più basso è il numero di f-stop.

Scala dei valori f-stop e apertura del diaframma

In generale, infine, indipendentemente dalla lunghezza focale e dalla apertura effettiva dell’obiettivo, due obiettivi a parità di f-stop trasmetteranno lo stesso quantitativo di luce al sensore, al netto di eventuali perdite ottiche nell’obiettivo (e per questo alcuni obiettivi costano molto di più di altri).

Sensibilità ISO

Si tratta del terzo elemento in grado di controllare una esposizione ed è il terzo vertice del triangolo dell’esposizione. Si tratta della capacità del sensore di catturare la luce presente nella scena ed a valori più alti corrisponde una sensibilità maggiore. Valori tipici per gli ISO sono 100, 200, 400, 800, 1600, 3200, 6400, 12800 etc. con ogni raddoppio del valore di ISO corrispondente ad un incremento di uno stop rispetto al valore precedente, cosa che permette al sensore di registrare il doppio della luce.
Attenzione: ogni fotocamera ha un valore base di ISO (molto spesso 100) e l’incremento degli ISO porta ad un aumento del rumore digitale rispetto all’ISO base. Ad esempio, una foto scattata ad ISO 1600 avrà un quantitativo di rumore digitale più alto rispetto ad una scattata ad ISO 400. La capacità di gestire bene il rumore dipende da molti fattori, ma soprattutto dalla grandezza e dalla tecnologia del sensore: sensori più grandi come quelli di una fotocamera full-frame gestiscono il rumore meglio dei sensori più piccoli come quelli APS-C e micro-4/3. Tuttavia, tieni presente che con gli svilupppi tecnologici degli ultimi anni, ormai qualsiasi macchina fotografica recente ha una gestione del rumore molto migliore di quanto fosse possibile solo pochi anni fa. Inoltre, ricorda che è sempre possibile agire sul rumore in post-produzione, cercando di contenerlo.

Ma, quindi, come entra in gioco il Triangolo dell’Esposizione?

Si tratta semplicemente di un modo per visualizzare come i tre parametri fondamentali di scatto siano connessi tra di loro, in cui a ciascun vertice del triangolo è associato un parametro di scatto.

In pratica, durante i miei corsi suggerisco sempre di considerare l’area del triangolo come una rappresentazione dell’esposizione “corretta” per la foto che stiamo realizzando. Supponendo di spostare uno dei tre vertici, si modifica l’area del triangolo e per mantenerne l’area, equindi l’esposizione, costante sarà necessario muovere gli altri vertici (uno solo o entrambi) per compensare.
Sembra difficile, ma una volta capito il meccanismo diventa un processo naturale e spontaneo come guidare la macchina mentre si parla o si seguono le indicazioni del navigatore.

Vediamo un esempio.

Un esempio di gestione del triangolo dell’esposizione

Supponiamo che tu stia usando un obiettivo con apertura massima f/4 e che una esposizione corretta per la scena che hai davanti sia ottenuta con questi parametri di scatto:

  • apertura del diaframma f/5.6
  • tempo di scatto 1/100 sec
  • ISO 200

e che dopo aver fatto uno scatto di prova tu ti renda conto che il tempo di scatto è troppo lungo e, di conseguenza, il soggetto nella foto risulta mosso (ad esempio, stai fotografando una scena con degli alberi in presenza di vento, oppure una scena in cui sono presenti persone che si muovono).

Dimezzando il tempo di scatto da 1/100 di secondo a 1/200 di secondo, stai sì evitando il mosso ma stai anche riducendo di uno stop (della metà, quindi, ricordi?) la quantità di luce che raggiunge il sensore: l’immagine che vedi nello schermo diventerà sottoesposta. Per compensare, puoi agire sia sull’apertura del diaframma che sugli ISO, in maniera indipendente oppure in combinazione, ma ricorda che la soluzione più semplice all’inizio è sempre agire su un parametro alla volta e, in generale, ti consiglio di agire sugli ISO in ultima battuta. Per compensare lo stop di luce persa, quindi, puoi aprire il diaframma passando ad f/4 ottenendo una nuova esposizione corretta con questi parametri:

  • apertura del diaframma f/4
  • tempo di scatto 1/200 sec
  • ISO 200

Ma cosa succede se hai necessità di accorciare ulteriormente il tempo di scatto? Supponendo di dimezzare ulteriormente il tempo di scatto a 1/400 di secondo, per compensare l’ulteriore stop di luce persa non è possibile agire sull’apertura del diaframma perché l’apertura del diaframma massima della lente che stiamo ipotizzando di usare è pari a f/4.

Cosa fare, quindi?

Puoi alzare di uno stop da 200 a 400 la sensibilità ISO del sensore per raccogliere più luce e compensare l’esposizione che avrà questi parametri di scatto:

  • apertura del diaframma f/4
  • tempo di scatto 1/200 sec
  • ISO 400

Ecco che grazie a tutti e tre i parametri di scatto hai ottenuto tre differenti esposizione tutte uguali in termini di quantitativo di luce registrata dal sensore, ma chiaramente con caratteristiche differenti tra di loro. Questo perché è bene sottolineare come non esiste una esposizione giusta ed una sbagliata per una determinata scena, ma ne esistono di innumerevoli tante quante sono le possibili combinazioni di apertura del diaframma, tempo di scatto e sensibilità ISO che mantengono inalterato il quantitativo di luce che raggiunge il sensore. Sarà la tua sensibilità e la tua consapevolezza di fotografo a farti scegliere una combinazione di parametri di scatto rispetto ad un’altra. Ma questo è un discorso lunghissimo di cui ti parlerò presto in un articolo dedicato. Quindi, se non lo hai già fatto, ti suggerisco di iscriverti alla newsletter per non perderti nessuno dei contenuti che pubblicherò in futuro!

In conclusione

Tornando al triangolo dell’esposizione, la tua macchina fotografica o il tuo cellulare sono perfettamente in grado di aggiustare i parametri di scatto in maniera autonoma quando scatti una fotografia in MODALITA’ AUTO. Ma lo fanno a loro gusto e sentimento, guidate da algoritmi definiti dagli ingegneri che non prendono in considerazione né la scena che hai davanti né il tuo intento creativo.

Nessuna fotocamera sarà mai in grado di decidere per te se è necessario sfocare o meno lo sfondo per far risaltare un soggetto oppure se è necessario allungare i tempi di scatto per trasmettere una idea di movimento nella scena ripresa.

Per questo motivo è fondamentale comprendere a fondo il funzionamento dei tre parametri di scatto e di come questi interagiscano nel triangolo dell’esposizione, così che tu possa prendere il pieno controllo della tua macchina fotografica e riuscire a realizzare la visione che hai in testa.

Se l’idea di iniziare ad usare la tua macchina fotografica in modalità manuale ti sembra ancora un po’ spaventosa, puoi iniziare con le modalità semiautomatiche priorità dei tempi o priorità dei diaframmi, in cui tu avrai controllo di due parametri (tempo di scatto o apertura del diaframma ed ISO) mentre la macchina fotografica imposterà automaticamente il terzo per ottenere una esposizione corretta. Questo ti inizierà a dare controllo creativo sulla immagine che stai realizzando, semplificando al tempo stesso l’intero processo, perché ti permette di concentrarti sul parametro di scatto più importante per te nella situazione in cui ti trovi.

Se hai dubbi o domande sul triangolo dell’esposizione, ti invito a scrivere la tua domanda nei commenti qui in basso o a contattarmi tramite il modulo dei contatti, ti risponderò personalmente aiutandoti a risolvere i tuoi dubbi!

Sei nuovo della community? Seguici sui nostri social mettendo Mi Piace alla nostra pagina Facebook oppure seguendoci su Instagram.

Un abbraccio e ricorda di… Rimanere inFocus!!

Ti potrebbe interessare anche…

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments