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Il backup in fotografia: facciamo il punto

Scritto da Daniele

|   

2 Dicembre 2013

Tempo di lettura: 8 min

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Un vecchio detto nel mondo dell’informatica recita “non è una question di se un hard disk si romperà facendoci perdere tutti i dati, ma di quando. Seguiteci in questa riflessione sull’importanza del backup nella fotografia!

Con l’avvento della fotografia digitale e la costante diminuzione di prezzo delle schede di memoria e degli hard disk, la produzione e l’archiviazione di immagini è enormemente aumentata rispetto all’età del negativo. Eppure, sono sempre troppe le persone che rischiano di perdere le loro immagini senza avere alcuna copia di sicurezza.

Backup_TimeMachine_Studio_inFocus

Prima di iniziare ad esaminare quali sono le strategie più comuni per il backup in fotografia, facciamoci una domanda: Cosa può andare storto e causare la perdita delle nostre immagini? Le possibilità sono innumerevoli. Vediamone alcune:

  • Rottura dell’hardware: sebbene la tecnologia abbia fatto passi da gigante, un hard disk rimane sempre una disco posto in rapida rotazione la cui lettura avviene tramite una testina mobile. Le tante parti in rapido movimento fanno si che la possibilità di una rottura sia assolutamente non trascurabile. Quando questo avviene, il guasto non da alcun preavviso ed il recupero dei dati è estremamente complesso e costoso. Negli ultimi anni, l’avvento degli SSD, Dischi allo Stato Solido, ha mitigato questo aspetto a causa della totale assenza di parti in movimento all’interno del disco. Tuttavia, l’affidabilità delle unità SSD è ancora lontana dall’essere perfetta a causa dei limiti legati alla tecnologia attuale che mal digerisce numerose riscritture della stessa cella di memoria.
  • Errore umano: quante volte abbiamo per errore o distrazione eliminato un file che invece non dovevamo cancellare? A chi non è mai capitato di formattare una scheda di memoria che invece era piena?
  • Danni allo studio/casa/ufficio: fortunatamente, si tratta di eventi poco frequenti (e poco probabili!). Ma cosa succederebbe se il nostro studio, il nostro ufficio o la nostra casa andassero a fuoco o ci fosse un allagamento?
  • Sbalzi di tensione: possono capitare, ad esempio, a causa di fulmini o lavori di manutenzione alla rete di distribuzione. Le componenti elettroniche dei nostri hard disk sono molto sensibili e sbalzi di tensione o interruzioni brusche di corrente possono causarne la rottura.
  • Furto: purtroppo capita frequentemente, sia nello studio/casa/ufficio che mentre stiamo scattando in esterna.

Molti di noi sono portati a pensare che questi siano eventi estremamente rari e tendiamo a nasconderci dietro a frasi del tipo “A me non succederà mai…”. In realtà, questa è la ricetta migliore per ritrovarsi poi nei guai. Anche perché, quando un problema decide di verificarsi, ha la brutta abitudine di farlo anche nel momento più inopportuno, contribuendo a rendere ancora più vitale il suo superamento nella maniera più rapida ed indolore.

Come può aiutarci il backup? Chiariamo subito che il backup non previene l’evento dannoso, ma ci consente di ripristinare i dati persi a seguito di tale evento. Nell’andare a definire una strategia di backup, è necessario andare a rispondere a quattro semplici domande:

  1. DOVE: su quale supporto si andrà ad effettuare il backup dei dati? Le alternative più comuni sono Hard Disk esterni, DVD o Blu Ray.
  2. COSA: quali dati si andranno a copiare?
  3. COME: quali strumenti software verranno impiegati per eseguire il backup? E in quale modo (ed in quanto tempo) è possibile rendere nuovamente disponibili i dati persi?
  4. QUANDO: con che frequenza verrà eseguito il backup?

Rispondere a queste semplici domande permette di delineare abbastanza facilmente una strategia di backup efficace. E’ importante osservare, però, come non esista una strategia valida in maniera assoluta per ogni situazione: il backup deve essere fortemente personalizzato sulle reali necessità di ognuno e l’importante è che l’intera procedura sia il più efficace possibile e che renda veloce ed immediato il ripristino dei dati persi.

Nel nostro caso, qui allo Studio inFocus utilizziamo una strategia di backup doppio. Ogni immagine nel nostro archivio esiste in almeno tre copie distinte:

  1. Copia di lavoro: una copia delle immagini risiede sull’hard disk esterno Lacie Rugged autoalimentato FW800/USB3 che utilizziamo quotidianamente e che raccoglie il catalogo di Lightroom, le anteprime e tutti i file (sia i RAW originali che i PSD, nel caso in cui sia stato utilizzato Photoshop). La scelta di un modello rugged (cioè dotato di meccanismi di protezione particolari contro cadute e urti involontari) deriva dal fatto che questo è l’hard disk che ci segue in qualsiasi sessione, sia essa in studio o in location. Questo rende necessarie particolari attenzioni poiché l’unità è sempre in movimento e, quindi, potenzialmente soggetta a urti che potrebbero causarne la rottura.
  2. Copia di backup locale: una copia delle immagini risiede su un hard disk esterno Western Digital My Book USB3 da 3TB alimentato a corrente che è una copia esatta dell’hard disk su cui lavoro quotidianamente. NOTA: l’hard disk per la copia di backup locale è sempre sconnesso dalla rete elettrica quando non siamo alla postazione di lavoro per evitare il rischio di sovratensioni o sbalzi di tensione e connesso solamente quando sto lavorando. Lo scopo di questa copia di backup è far fronte alla rottura improvvisa dell’hard disk principale. In questo modo, in caso di rottura del disco principale è sufficiente collegare l’hard disk di backup e si è pronti a continuare il lavoro come se nulla fosse accaduto. La copia di backup locale viene aggiornata ad intervalli di un’ora.
  3. Copia di backup in remoto: una copia delle immagini risiede su un hard disk Western Digital My Book USB3 da 3TB alimentato a corrente che è, però, tenuto in una location differente per far fronte a furti o ad eventuali danni allo studio. In questo caso, il ripristino dei dati è meno veloce poiché è necessario andare a recuperare l’hard disk in un altro luogo, tuttavia rappresenta una sicurezza ulteriore a copertura di eventi rari ma dal forte impatto negativo. La copia di backup in remoto viene aggiornata e sincronizzata con la copia di backup locale una volta al mese.

Come vedete, questa soluzione è abbastanza semplice e consente di avere con una minima spesa una ottima copertura: perché non ci sia più nemmeno una copia di una immagine è necessario che ci sia una rottura hardware su due hard disk in contemporanea alla mia postazione di lavoro e che, allo stesso tempo, qualcuno rapini o dia fuoco al luogo dove è depositata la copia di backup in remoto. E in tal caso, non c’era proprio niente da fare!! 🙂

Uno degli aspetti più critici nella gestione dei propri backup è farli con costanza e precisione. La soluzione più immediata è occuparsi manualmente dell’esecuzione dei backup, ossia copiare manualmente le cartelle di interesse dall’hard disk principale a quelli usati per le copie di sicurezza. Questo, però, espone a due rischi da non sottovalutare:

  • poiché molto spesso siamo pigri, può capitare di rimandare un backup al giorno dopo e poi al giorno successivo e poi a quello successivo ancora perché di ritorno da un viaggio o da un lavoro siamo stanchi per eseguire questo compito noioso. Il rischio, quindi, è di ritrovarsi presto con copie non aggiornate e, soprattutto, non sincronizzate tra loro;
  • effettuando un backup manuale, potremmo inavvertitamente trascurare files o cartelle importanti non includendole nella copia di sicurezza.

Per ovviare ai rischi del backup manuale, è opportuno rivolgersi a software dedicati alla gestione e alla organizzazione dei backup. Allo Studio inFocus, usiamo tutti sistemi Macintosh e, per questa piattaforma, esiste una utility estremamente facile, economica e ricca di funzionalità per l’automazione del backup che è in breve tempo diventata il punto di riferimento per i sistemi Apple: Carbon Copy Cloner.

carbon-copy-cloner-studio-infocus-roma-matrimonio-rome-wedding-photography

Carbon Copy Cloner assolve a due funzioni principali: creare una immagine di un disco di avvio (ottimo nel caso in cui l’hard disk su cui è installato il sistema operativo diventi inutilizzabile) e creare backup incrementali di cartelle scelte dall’utente su una o più destinazioni che possono essere anche su unità differenti (utile nel caso si voglia realizzare il backup dei dati). La possibilità di realizzare backup incrementali consente di ottimizzare il backup sia in termini di spazio occupato che in termini di tempi. Per illustrare il beneficio del backup incrementale, si prenda ad esempio il caso in cui si effettui il backup di una cartella contenente delle fotografie appartenenti ad un catalogo Lightroom (se vuoi imparare tutti i trucchi necessari ad usare Lightroom nel migliore dei modi, segui il nostro workshop Lightroom per il Fotografo). Se modifichiamo uno solo dei file nel catalogo, tutta la cartella verrebbe marcata come modificata dal punto di vista del software per il backup e, di conseguenza, andrebbe copiata l’intera cartella sull’hard disk destinato al backup: così facendo, verrebbero copiate tutte le cartelle con un conseguente aumento dello spazio occupato e dei tempi necessari alla copia. Con un backup incrementale, invece, viene registrata l’effettiva modifica di un solo file e solo quest’ultimo viene copiato sull’unità destinata al backup, risparmiandoci preziosi MB di spazio e completando la copia in un tempo molto più breve.

In ambiente Windows, purtroppo, non è possibile utilizzare Carbon Copy Cloner. Allo Studio inFocus non abbiamo esperienze dirette con la realizzazione di backup con il sistema a finestre di Redmond, ma su suggerimento di amici e colleghi vi segnaliamo Rebit.

Voi come gestite i backup per le vostre fotografie? Raccontateci la vostra strategia o le vostre brutte esperienze legate a rotture improvvise dei vostri hard disk usando il box dei commenti qui in basso oppure partecipando alla discussione mettendo “Mi piace” alla pagina Facebook dello Studio inFocus!

Buona luce a tutti e ricordate di… Rimanere inFocus!!!

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