Quando Canon annunciò la nuova reflex full-frame 5D Mark III lasciò molti a bocca aperta per la scelta del sistema di autofocus utilizzato: lo stesso presente sull’ammiraglia 1D-X. Molti ci chiedono come si comporti. Scopritelo continuando a leggere!
Con l’introduzione della Canon 5D Mark III (leggete la nostra recensione completa), Canon ha finalmente soddisfatto le richieste di tutti gli utenti della precedente generazione che chiedevano a gran voce un sistema di autofocus ad elevate prestazioni nel corpo macchina full frame di maggior successo di Canon. La 5D Mark II, infatti, è dotata di un comparto autofocus decisamente sottodimensionato che ha scontentato molti degli utilizzatori della macchina: la generale lentezza nella risposta e, soprattutto, la distribuzione estremamente concentrata nel centro del fotogramma dei soli nove punti di messa a fuoco (di cui il solo centrale a croce) ne ha reso complesso, se non impossibile, l’utilizzo in molte situazioni caratterizzate da soggetti in rapido movimento. L’efficacia o meno del sistema autofocus della Canon 5D Mark II è estremamente collegata al particolare tipo di fotografia che si scatta: personalmente, quello che ritengo difficile da comprendere, è la scelta fatta da Canon di utilizzare solamente 9 punti AF, di cui solo uno a croce, quando la precedente EOS 40D o la contemporanea EOS 50D hanno entrambe nove punti AF a croce.
Fortunatamente, qualsiasi remora circa il sistema di autofocus della serie 5D di Canon ha cessato di esistere con l’introduzione della Canon 5D Mark III, che presenta ben 41 punti AF a croce e lo stesso sistema di autofocus che equipaggia la reflex top di gamma EOS 1D-X. Senza ombra di dubbio, si può dire che questi due corpi macchina contengono al loro interno il più avanzato sistema di autofocus mai sviluppato da Canon e uno tra i migliori attualmente in commercio.
NOTA: Nonostante esistano piccolissime differenze tra il sistema autofocus di 5D Mark III e di 1D-X, si tratta essenzialmente dello stesso modulo per il fuoco automatico. Per questo motivo, ci soffermeremo principalmente sulla EOS 5D Mark III e, al termine dell’articolo, faremo riferimento anche alle EOS 1D-X.
EOS 5D Mark III
Il sistema autofocus della EOS 5D Mark III mette a disposizione l’incredibile numero di 61 punti AF distribuiti in maniera molto ampia sull’area inquadrata. A seconda della massima apertura della lente che si sta utilizzando, il sistema AF può vantare fino a 41 punti a croce per prestazioni ancora migliori. Si tratta di un numero di punti AF maggiore di qualsiasi altra fotocamera nella famiglia EOS, ad eccezione della 1D-X.
Che cosa è un punto AF a croce?
Oltre al numero elevato di punti di messa a fuoco a disposizione, una caratteristica molto importante è la distribuzione di tali punti nel fotogramma. Nel caso della EOS 5D Mark III i punti AF sono distribuiti fino alla parte più esterna dell’inquadratura, rendendo possibile mettere a fuoco scegliendo un punto molto decentrato rispetto al centro dell’inquadratura, senza essere obbligati alla tecnica del mettere a fuoco e ricomporre. Questo è fondamentale quando si utilizzano lenti che consentono di impostare una grande apertura – ad esempio f/2.8 o maggiore: la ristretta profondità di campo data da una grande apertura del diaframma può causare, infatti, la perdita del fuoco sul soggetto se, dopo aver focheggiato, si ruota il corpo macchina per ricomporre l’inquadratura portando ad una immagine troppo soffice.
Il numero di punti di messa a fuoco a croce disponibili è influenzato dalla massima apertura della lente che si sta utilizzando. In particolare, se si sta utilizzando una lente con apertura massima f/5.6 si hanno a disposizione 21 punti AF a croce (in rosso nell’immagine seguente):
Se, invece, si ha a disposizione una lente con apertura massima f4 o maggiore, si potrà fare affidamento su 20 punti AF a croce addizionali (in verde nell’immagine seguente):
Infine, se la lente che si sta utilizzando ha una apertura massima pari a f/2.8 o superiore si hanno a disposizione tutti e 41 i punti AF a croce ed i 5 punti centrali (in rosso nella figura seguente) divengono a doppia precisione con una sensibilità doppia rispetto agli altri, per aiutare nella messa a fuoco delle ottiche fisse con grande apertura.
Inoltre, il punto centrale può essere utilizzato anche con lenti che hanno una apertura massima di f/8. Questo è molto importante per chi fa caccia fotografica o, in generale, utilizza teleobiettivi con apertura massima pari ad f/4, in quanto da la possibilità di continuare ad utilizzare l’autofocus della macchina anche accoppiando alla lente un moltiplicare di focale 2X che, togliendo due stop di luce, riduce l’apertura massima a f/8.
Da un punto di vista operativo, se si utilizza la modalità Single Point AF o Spot AF e si seleziona un punto di messa a fuoco non a croce, il punto AF lampeggia nel viewfinder per informare che il punto selezionato non tra quelli a croce. Personalmente, è una caratteristica che ritengo molto utile perché non mi obbliga a ricordare a memoria la distribuzione dei vari punti AF.
Uno degli aspetti più controversi relativi al nuovo sistema autofocus di Canon 5D Mark III e 1D-X è la difficoltà riscontrata da molti nell’identificare il punto AF selezionato quando si è in modalità Single Point AF o Spot AF. In particolare, i problemi riscontrati sono:
- In condizioni di scarsa illuminazione, il punto AF selezionato non è visibile. Esso è, infatti, rappresentato come un quadrato dal bordo scuro nel viewfinder e, in condizioni di buio, è molto difficile individuarlo. Il punto AF non si illumina se non dopo aver raggiunto il fuoco, ma questo fa si che sia complicato stabilire con precisione dove si sta mettendo a fuoco perché non si riesce a vedere bene il punto selezionato. Personalmente, nel caso si presentasse questo problema, ho preso l’abitudine di selezionare il punto AF manualmente guardando lo schermo LCD sul retro del corpo macchina per avere un punto di riferimento. Tuttavia, dopo un anno di uso intensivo della macchina anche in condizioni di scarsa illuminazione come concerti, teatri e chiese non mi sono mai trovato in una difficoltà tale da crearmi problemi.
- In condizioni di forte illuminazione, può essere difficile identificare il punto di messa a fuoco a meno che la scena inquadrata non sia uniforme. Il punto di messa a fuoco, infatti, non lampeggia ne si illumina fino a quando non ha agganciato il fuoco su qualcosa, così che diviene complicato identificare il punto AF selezionato finché non ha messo a fuoco qualcosa. Sicuramente è più facile gestire la situazione in condizioni di forte illuminazione piuttosto che al buio, ma in entrambi i casi un punto AF che lampeggi quando l’autofocus si attiva e prima di agganciarsi sarebbe un aiuto importante. Molto spesso, infatti, mi accorgo di involontariamente cercare una zona neutra dello sfondo su cui fare un rapido check di quale punto AF ho selezionato e poi tornare a comporre correttamente l’immagine.
Per limitare questo problema, dopo diversi tentativi ho impostato i seguenti parametri:
AF Point Display During Focus – Selected (costant)
VF Display Illumination – Auto
In questa maniera, si riesce a limitare questo bizzarro comportamento dei punti AF, anche se non è una soluzione definitiva. Con l’ultimo aggiornamento firmware, viste le numerose richieste da parte degli utenti, in molti si aspettavano che Canon introducesse una diversa gestione dell’illuminazione dei punti dell’autofocus ma, purtroppo, non è stato così. Il sospetto è che questo sia dovuto all’adozione di uno schermo LCD traslucido nel viewfinder, necessario al corretto funzionamento dell’Intelligent Viewfinder, introdotto con la EOS 7D. L’Intelligent Viewfinder consente di mostrare nel viewfinder solo le informazioni effettivamente utili in funzione della modalità di autofocus selezionata: se si seleziona una qualsiasi combinazione di punti AF diversa dall’intero array di 61 punti, il viewfinder mostrerà solamente i punti AF effettivamente disponibili.
Autofocus tracking
In generale, quando si parla di autofocus, si considerano due funzioni fondamentali per questa importantissima parte del corpo macchina. La prima è di essere in grado di mettere accuratamente a fuoco soggetti immobili (ad esempio, quando la macchina fotografica opera in modalità AF One Shot o Fuoco Singolo). La seconda è di essere in grado di inseguire con accuratezza soggetti in movimento quando la macchina fotografica viene utilizzata in modalità AI Servo (o fuoco continuo). Il sistema di messa a fuoco automatico presente sulla EOS 5D Mark III presenta, tra le varie novità, un enorme salto in avanti per quanto riguarda l’inseguimento di soggetti in movimento.
Parte di questo notevole miglioramento rispetto alla precedente generazione risiede senza ombra di dubbio nella presenza dei 61 punti di messa a fuoco, poiché l’elevato numero di punti AF consente alla macchina fotografica di mantenere più facilmente l’inseguimento di soggetti in movimento dato il maggior numero di elementi sensibili.
Inoltre, il nuovo sistema di autofocus di Canon 5D Mark III consente una elevata personalizzazione delle caratteristiche di autofocus predittivo, in funzione del particolare tipo di soggetto che si sta riprendendo. In particolare, sono presenti sei modalità predefinite di funzionamento dell’autofocus predittivo tra cui scegliere e che vanno a coprire essenzialmente tutte le potenziali situazioni che ci si può trovare ad affrontare. Di seguito, potete trovare delle brevi descrizioni dei 6 “Casi”:
Case 1: Impostazione Multifunzione Versatile
L’impostazione predefinita “Case 1” è riservata agli scatti di tipo generico. Fornisce una messa a fuoco rapida e precisa in una vasta gamma di situazioni di scatto. Tuttavia, la selezione di questa opzione per qualsiasi situazione non consente da sola di sfruttare appieno il sistema AF mentre, con qualche minima regolazione, è possibile ottenere risultati ancora migliori.
Case 2: Continua inseguimento soggetti ignorando ostacoli
“Case 2” è progettata per le situazioni nelle quali il soggetto può momentaneamente allontanarsi dal punto AF. La fotocamera continuerà a tenere traccia della messa a fuoco del soggetto, anche quando questo si allontana dal punto AF o un ostacolo si frappone tra fotocamera e soggetto. Questa opzione è utile per gli scatti durante le azioni sportive, ad esempio nuoto, sci free-style o tennis.
Case 3: Fuoco immediato soggetti che entrano nei punti AF
“Case 3” consente di mettere a fuoco istantaneamente i soggetti che entrano nell’area del punto AF. È utile per bloccare la messa a fuoco rapidamente su un nuovo soggetto e passare velocemente da un soggetto all’altro. Ad esempio, è molto utile per lo sci alpino o all’inizio di una corsa ciclistica, dove vi sono più soggetti e potrebbe essere necessario passare rapidamente da uno all’altro. Se si imposta Sensibilità inseguim. su +2, la messa a fuoco si sposterà più rapidamente ma potrà essere difficile mantenere l’inseguimento sullo stesso soggetto, pertanto è importante fare pratica in precedenza con questa impostazione. In generale, quindi, questa impostazione è utile per fotografare sport o animali quando si vuole che la macchina fotografica mantenga il fuoco sul giocatore o sull’animale più vicino alla macchina fotografica.
Case 4: Per soggetti che accelerano o decelerano rapidamente
Alcuni soggetti mantengono una velocità ed una direzione essenzialmente costante (come ad esempio un uccello in volo), mentre altri possono cambiare direzione o velocità in maniera improvvisa. La modalità “Case 4” è studiata per i soggetti che cambiano rapidamente velocità come accade durante le corse di moto o auto o con giocatori su un campo di gioco. La fotocamera assegna la giusta priorità di inseguimento per tenere il passo con le variazioni di velocità, anche se i risultati della messa a fuoco suggeriscono un cambiamento molto rapido nella distanza di messa a fuoco.
Case 5: Per soggetti in movimento irregolare in tutte le direzioni
“Case 5” è progettata per essere utilizzata con selezione automatica del punto AF, AF a zona ed espansione del punto AF e con soggetti dal movimento imprevedibile verso l’alto, il basso, a sinistra e a destra. Le impostazioni consentono alla fotocamera di passare tra più punti AF rapidamente per seguire il movimento. Si tratta di una modalità AF particolarmente adatta a soggetti impegnati in attività dove movimenti imprevedibili sono molto probabili.
Case 6: Per soggetti con velocità e movimento irregolari
“Case 6” è, fondamentalmente, una combinazione di “Case 4” e “Case 5” ed è adatta ai soggetti che cambiano improvvisamente velocità e si muovono in modo imprevedibile. Come “Case 5”, viene utilizzata con selezione automatica del punto AF, AF a zona ed espansione del punto AF. Anche se il soggetto parte o si arresta improvvisamente o cambia bruscamente direzione, questa impostazione consente alla fotocamera di rispondere rapidamente affinché la messa a fuoco sia sempre incentrata sul soggetto. Questa impostazione è molto utile per soggetti impegnati in attività come la ginnastica, dove variazioni di velocità e direzione sono molto comuni.
Nota: “Case 5” e “Case 6” non possono essere utilizzati in modalità Single point AF o Single point spot AF. Si tratta, infatti, di modalità pensate per essere utilizzate con più punti AF a disposizione per poter inseguire il soggetto.
In aggiunta, ciascuna delle modalità AF preimpostate possono essere personalizzate nel loro comportamento così da far si che il sistema di autofocus funzioni esattamente nel modo che si desidera. In particolare, per ciascuna modalità è possibile personalizzare la Sensibilità dell’inseguimento, l’Inseguimento delle accelerazioni e delle decelerazioni e l’Attivazione automatica del punto AF.
Una nota di merito va fatta a Canon per aver realizzato un menù di gestione dell’autofocus estremamente razionale e ben organizzato, che rende un sistema estremamente complesso e potenzialmente confusionario della macchina fotografica relativamente semplice da usare. Le voci relative all’autofocus, infatti, sono state tutte comodamente raccolte in un sottomenù che racchiude ben cinque pagine interamente ed esclusivamente dedicate ai settaggi per l’autofocus, rendendo l’esperienza d’uso sicuramente meno frustrante e complessa. Resta comunque vero che è necessario un certo periodo di apprendistato per poter controllare il complesso autofocus di Canon 5D Mark III e 1D-X in maniera completa.
EOS 1D-X
Il sistema di autofocus usato dalla EOS 5D Mark III aveva fatto il suo esordio alcuni mesi prima con la EOS 1D-X, la reflex fullframe top di gamma destinata al mondo della fotografia sportiva. I due sistemi sono praticamente identici, ma la 1D-X presenta prestazioni lievemente migliori quando si tratta di inseguire soggetti in rapido movimento.
Il modo in cui la EOS 1D-X ottiene questo lieve vantaggio è molto intelligente: la macchina fotografica, infatti, utilizza le informazioni raccolte dal sensore che si occupa di controllare l’esposizione automatica per definire il colore dell’oggetto in movimento che la camera sta inseguendo. Dopodiché, il processore della macchina fotografica utilizza questa informazione aggiuntiva per cercare di distinguere il soggetto da inseguire dallo sfondo. È incredibile pensare che questo metodo funziona indifferentemente con volti e colori, rendendo di fatto possibile prestazioni incredibili sia nell’inseguimento di atleti che di mezzi a motore.
Perché è presente questa piccola differenza in prestazioni tra la 5D Mark III e la 1D-X, nonostante il sistema AF sia lo stesso? Tralasciando eventuali motivazioni di marketing, la differenza è di tipo meccanico: il sistema in uso sulla 1D-X richiede un sensore per l’esposizione automatica particolare che non è presente sulla 5D Mark III.
Se ve la siete persa, vi raccomandiamo di leggere la nostra recensione completa della Canon EOS 5D Mark III!
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Buona luce a tutti e ricordate di… Rimanere inFocus!!