Eccoci alla terza puntata della nostra rubrica a cadenza settimanale Photo of the Week. Dopo aver parlato la settimana scorsa di una fantastica spiaggia islandese, oggi cambiamo ambientazione e ci spostiamo in una delle più affascinanti capitali europee: benvenuti a Parigi!
La Foto
La fotografia di oggi riprende uno dei luoghi più iconici del mondo, nonché uno dei più fotografati da turisti e fotografi professionisti: la Torre Eiffel. Di seguito, potete vedere la fotografia definitiva al termine della sua elaborazione (cliccate sull’immagine per vederla ingrandita).
L’immagine è stata scattata dal Trocadero utilizzando utilizzando un cavalletto per poter utilizzare lunghi tempi di scatto e valori di ISO bassi. Sebbene il punto di vista offerto dal Trocadero non sia particolarmente originale, come testimoniavano le decine di turisti con cui ho condiviso la postazione, la scelta di riprendere la Torre Eiffel di notte e con un tempo di scatto (vedi sotto) lungo mi ha consentito di portare a casa una immagine comunque non banale e di sicuro effetto che, stampata su carta metallica, mi ha dato grande soddisfazione. Se volete sapere di più sulla stampa su carta metallica, tornate a leggerci presto: stiamo preparando una video recensione completa in cui vi mostreremo il risultato sia per stampe a colori che in bianco e nero e vi daremo alcuni suggerimenti su come preparare al meglio i vostri file per la stampa su questa tipologia di carta dalla resa fantastica. Vi daremo, inoltre, la nostra opinione sul servizio di stampa che abbiamo utilizzato per le nostre foto.
L’Equipaggiamento e i Parametri di Scatto
Per quanto riguarda l’equipaggiamento ed i parametri di scatto utilizzati per la foto, qui di seguito potete trovare un elenco riassuntivo:
- Corpo macchina: Canon EOS 550D
- Lente: TAMRON SP17-50 F/2.8 Di II VC @ 29mm
- Apertura diaframma: f/16
- Tempo di scatto: 20 sec
- ISO:100
- Formato RAW
- Modalità di scatto manuale e bilanciamento del bianco automatico
- Scatto remoto su cavalletto Cullmann Magnesit 528
Le Condizioni di Scatto
Scattare in una location complessa come la terrazza del Trocadero non è banale, soprattutto se ci si deve muovere con un cavalletto “impegnativo” come il Cullmann in mia dotazione. Dato l’alto numero di turisti, infatti, conquistare la postazione centrale non è stato banale (e come potete vedere non sono riuscito a posizionarmi esattamente al centro per ottenere una immagine perfettamente simmetrica, ma mi sono dovuto accontentare di rimanere leggermente decentrato sul lato sinistro della terrazza): d’altro canto, in situazioni come questa è importante saper condividere lo spazio e, una volta finito con le proprie fotografie, liberare velocemente il posto così che altri possano scattare la loro foto. Come avete visto dai parametri di scatto riportati sopra, ho scattato con un tempo di scatto di 20 secondi: questo è stato in parte dettato dalla necessità di usare un’apertura molto piccola per avere quanta più profondità di campo possibile senza però incorrere in fastidiosi effetti di rifrazione, in parte dall’aver impostato il valore di ISO a 100 per ridurre al minimo il rumore digitale. Il tempo di scatto molto lungo mi ha anche permesso di catturare il movimento delle vetture e degli autobus mediante le strisce di luce prodotte dai fari e dalle luci di posizione, aggiungendo dinamicità all’immagine. Inoltre, la lunga esposizione ha fatto si che la superficie della piscina monumentale alla base della terrazza del Trocadero risultasse molto liscia ed omogenea, contribuendo all’ottenimento di riflessi molto ben delineati e definiti. Infine, l’uso di una apertura di diaframma molto piccola ha prodotto l’effetto “a stella” visibile su tutti i lampioni. Per quanto riguarda il setting dell’esposimetro, nonostante il forte contrasto tra la parte superiore dell’immagine molto buia e quella inferiore molto luminosa, mi sono affidato alla modalità valutativa, facendo solamente lievi correzioni all’esposizione in post produzione. Per quanto riguarda la pianificazione dello scatto, è stato abbastanza facile decidere da quale posizione scattare l’immagine: utilizzando Google Street View è stato immediato scegliere se inquadrare la Torre Eiffel dalla terrazza del Trocadero oppure dalla direzione diametralmente opposta.
La Post-Produzione
La post-produzione di questa immagine è stata abbastanza semplice. Guardando l’immagine RAW così come uscita dalla macchina fotografica, infatti, sono rimasto da subito molto soddisfatto dell’esposizione complessiva. Mi sono concentrato principalmente sul recuperare dettaglio nella struttura metallica della Torre Eiffel: ho quindi agito sugli slider “Highlights” e “Shadows” abbassando il loro valore (spostando il cursore verso sinistra): in questo modo è stato possibile agire selettivamente solo sulle alte luci e sui bianchi, cioè esattamente le zone più sovraesposte dell’immagine. Ho, inoltre, incrementato il valore di chiarezza, che va ad agire sul contrasto dei toni medi, contribuendo ad aumentare la texture metallica della Torre Eiffel e a dare una sensazione di maggiore nitidezza all’immagine, derivante dall’aumento del contrasto locale. Ho anche aperto lievemente le ombre, riuscendo a rendere visibili alcune stelle nel cielo parigino.
Confrontando l’immagine prima e dopo l’elaborazione, ci si rende facilmente conto che il recupero dei dettagli nella zona della torre è molto buono. E’ importante notare che questo è stato possibile grazie all’aver scattato l’immagine in formato RAW: stiamo preparando una serie di articoli dedicati ai vantaggi del RAW rispetto al JPEG. Tornate a visitare le nostre pagine o cliccate “Mi piace” sulla nostra Pagina Facebook per non perdervi lo speciale RAW vs JPEG!
Per quanto riguarda il bilanciamento del bianco, invece, il file restituito dalla macchina fotografica con il bilanciamento del bianco automatico era un po’ troppo freddo, quindi ho provveduto a modificare il bilanciamento del bianco in post-produzione spostandolo lievemente più verso i toni caldi. Altre modifiche minori all’immagine hanno riguardato un aumento del contrasto e della vividezza, soprattutto per enfatizzare i riflessi colorati nella piscina antistante il Trocadero e le scie luminose.
Dal punto di vista della composizione, sono da sempre un accanito sostenitore del fatto che la composizione vada fatta in camera e che essa vada riempita il più possibile in camera, piuttosto che ritagliare l’immagine una volta al computer. In questo caso, tuttavia, data la difficoltà nell’inquadrare la scena in un luogo così affollato, è stato necessario ritagliare leggermente l’immagine e ruotare lievemente la linea dell’orizzonte.
Per quanto riguarda il rumore, poiché durante una lunga esposizione il sensore della nostra macchina fotografica tende a surriscaldarsi ed ha produrre quelli che vengono chiamati “hot pixels”, cioè dei pixel più luminosi disposti casualmente sull’immagine, ho adottato la tecnica della sottrazione del dark-frame: questa tecnica, mutuata dall’astrofotografia, consiste nello scattare una foto con i medesimi parametri di scatto mantenendo il copri obiettivo sulla lente. In questo modo, si otterrà una immagine, detta dark frame, perfettamente nera a meno degli “hot pixels” e del rumore generato dal sensore. A questo punto, sottraendo il dark frame dalla nostra immagine, potremo eliminare completamente gli effetti legati al surriscaldamento del sensore durante le lunghe esposizioni. Molti corpi macchina offrono la possibilità di utilizzare il metodo della sottrazione del dark frame direttamente “in camera”, mediante l’opzione che sui sistemi Canon è chiamata Riduzione Rumore da Lunghe Esposizioni, disponibile nel menù “Custom Functions” (Funzioni Personalizzate). Personalmente, uso questa tecnica in camera o in post produzione tramite Photoshop, ogni qualvolta adotto tempi di scatto superiori ai 15/20 secondi. Tenete a mente, però, che la sottrazione del dark frame implica lo scatto di due fotografie quindi, se scattiamo con tempi molto lunghi, armiamoci di pazienza perché prima di poter scattare una nuova fotografia dovremo aspettare la ripresa del dark frame.
Da notare, infine, come lo sviluppo di questa immagine sia stato interamente realizzato in Lightroom 4, senza alcun passaggio in Photoshop. Questo a testimoniare che, salvo esigenze particolari, Lightroom rappresenta uno strumento sufficiente a gestire la maggior parte delle nostre immagini. A tal proposito, vi informiamo che stiamo per attivare un nuovo workshop dal titolo Lightroom per il Fotografo: per avere maggiori informazioni sugli argomenti coperti, vi invitiamo a visitare la pagine del workshop.
E questo è quanto per questa settimana! Se volete lasciarci un commento, usate il box qui sotto oppure cliccate “Mi Piace” sulla nostra Pagina Facebook e lasciate un commento sul post relativo all’articolo.
Alla prossima settimana e ricordate… Stay inFocus!!